Fondazione Prada_Il sarcofago di Spitzmaus
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Fondazione Prada | La Wunderkammer di Wes Anderson e Juman Malouf

di Alessia Delisi - Settembre 19, 2019

Il 20 settembre approda a Milano Il sarcofago di Spitzmaus e altri tesori, visionario progetto espositivo firmato da Wes Anderson e dalla moglie Juman Malouf che ci conduce attraverso i reperti del Kunsthistorisches Museum e del Naturhistorisches Museum di Vienna.

Lui è Wes Anderson, regista cinematografico che non ha bisogno di troppe presentazioni: nato a Houston, in Texas, nel 2001 diventa celebre con quel bizzarro ritratto di famiglia che è I Tenenbaum per poi girare lungometraggi di successo come Grand Budapest Hotel fino al più recente L’isola dei cani. A Milano, per chi ancora non lo sapesse, suo è l’inconfondibile design del Bar Luce della Fondazione Prada. Lei invece è Juman Malouf, nata a Beirut, ma cresciuta a Londra, che, oltre a essere la moglie di Anderson, è un’apprezzata designer e illustratrice, nonché autrice del libro per bambini The Trilogy of Two. Insieme sono protagonisti de Il sarcofago di Spitzmaus e altri tesori, visionario progetto espositivo che il 20 settembre sbarca alla Fondazione Prada e che fino al 13 gennaio 2020 promette di guidarci attraverso 12 collezioni del Kunsthistorisches Museum di Vienna e 11 dipartimenti del Naturhistorisches Museum di Vienna per un totale di circa 5000 anni di storia.

Fondazione Prada – Wes Anderson and Juman Malouf

A dare il titolo alla mostra è appunto Il sarcofago di Spitzmaus, una scatola di legno egiziana risalente al IV secolo a.C. e contenente la mummia di un toporagno. Da lì si spazia da opere d’arte classica come Busto di matrona, scultura in marmo della seconda metà del I secolo a.C., a dipinti cinque e secenteschi di Lucas Cranach il Vecchio, Tiziano Vecellio e Peter Paul Rubens. Non mancano poi sculture in avorio, coppe a forma di conchiglia, smeraldi giganti e altre stranezze. A prima vista il modello di riferimento sembra quello della Wunderkammer, raccolta di artefatti e materiale didattico che aveva la pretesa di costituire una forma di indagine scientifica universale. E infatti la mostra vuole essere una riflessione sull’atto del collezionare e sulle modalità con cui una raccolta è non soltanto custodita, ma anche presentata e vissuta. Tuttavia, sebbene guardino al passato, Anderson e Malouf sfidano i canoni tradizionali che definiscono le istituzioni museali, proponendo nuove relazioni tra queste e le loro collezioni.

Fondazione Prada_Il sarcofago di Spitzmaus

«Anche se io e Juman Malouf non abbiamo né creato né concepito le opere d’arte esposte in questa mostra», dichiara il regista, «nutriamo l’umile aspirazione che i raggruppamenti non convenzionali e l’organizzazione delle opere possano influenzare lo studio dell’arte e dell’antichità in modi minori, anche banali, ma comunque significativi per le future generazioni». Così, dalle miniature agli strumenti di misurazione del tempo, dalle scatole agli oggetti in legno, dai ritratti di bambini, nobili e gente comune fino a soggetti naturali come meteoriti, animali e giardini, l’esposizione dimostra un’approfondita conoscenza dei due musei da parte di Anderson e Malouf. A colpire l’attenzione del visitatore è poi l’originale allestimento concepito con Itai Margula di Margula Architects, un percorso fatto di stanze e vetrine – il principale riferimento storico di questa configurazione è il castello di Ambras a Innsbruck – che, come uno scrigno, rivela inaspettate corrispondenze con gli universi creativi dei due autori.

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