Massimo Carasi, gallerista
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Barefoot #1 | Massimo Carasi

di Giusi Affronti - Ottobre 23, 2018

Barefoot è un’idea semplice.
Un ciclo d’interviste a galleristi italiani, con ventuno domande e ventuno risposte. Non solo arte, ma anche letteratura, musica, cibo e tanto altro. Piccoli spunti di riflessione e di ispirazione.
Per entrare e mettersi comodi, a piedi nudi, tra le mura di una galleria.

1. Città d’origine, città attuale e città nella quale vorresti aver vissuto, in questa vita o in una precedente.
Sono cresciuto in un ridente paesino dei colli morenici a pochi chilometri da Peschiera, Lago di Garda.
Vivo a Milano da vent’anni, perfetta per me, comoda, amichevole ed eccitante.
Forse sarebbe stato interessante vivere in California durante la Summer of Love.

2. Il progetto di ricerca della galleria in un tweet.
Oggigiorno: un’equilibrata miscellanea di astrazione/geometria confutate da una percepibile vena di ironia.

3. Il mestiere del gallerista è…
Una contraddizione praticabile.

4. Una galleria, Italia a parte, che vale la pena visitare.
Sarah Cottier (Australia).

5. La passione più grande.
Le mie dita che scorrono su una tastiera e pizzicano un cordofono.

6. Chiudi gli occhi e immagina una gioia.
Censura.

7. Un libro che ti ha ispirato.
Derek Walcot, Map of the New World (Love after Love é una delle mie preferite).

Jonathan Vivacqua. Ocean, courtesy The Flat – Massimo Carasi, ph. Luca Panegatti

8. Beatles o Rolling Stones?
Sono un Dylaniano di ferro … quelli sono ragazzini mielosi.

9. Marina Abramovic o Ulay?
Nessuno dei due.

10. Zuppa di?
Lenticchie, prego!

11. Il bollettino di salute dell’arte contemporanea, in Italia.
Potrebbe essere peggiore.

12. Un personaggio della Storia con cui avresti voluto sbronzarti.
Gaio Valerio Catullo.

13. Una donna della letteratura che avresti voluto amare.
Ettie Hillesum.

14. Un detto popolare della tua terra.
“Perséch e melù tòet a la su stagiù” (Pesche e meloni tutto, ha una stagione).

Jonathan Vivacqua. Ocean, courtesy The Flat – Massimo Carasi, ph. Luca Panegatti (2)

15. Il vino più buono mai bevuto.
Valpolicella, La Grola, special edition Allegrini.

16. Il miglior artista di tutti i tempi, nella storia dell’arte, e perché.
Non conosco la storia dell’arte così bene. Se posso permettermi: Rrose Sélavy, forse?
Perché? Come ha fatto Tesla con la corrente alternata, ha indicato un’elettrizzante e sconcertante direzione dell’arte. Parecchie generazioni sono scese dai suoi lombi fecondi.

17. Il menù che cucini per una cena fra amici.
Un risotto ai funghi… ma devo essere in serata… e avere funghi freschi.

18. Il pezzo musicale che ogni essere umano dovrebbe aver ascoltato almeno una volta nella vita.
J.S. Bach Concerto Brandenburghese n. 3, allegro in sol maggiore, anche suonato in stile bluegrass dai Punch Brothers, tre volte al giorno prima dei pasti!

19. Quando hai bisogno di “spegnere il cervello”…
Se sono al mare, salto su una tavola e pagaio fino a tre km dalla costa in completa solitudine, anche rischiando, se c’è mare mosso. A casa faccio yoga quindi meditazione. Se non funziona, apro il rosso e pratico uno strumento.

20. Sindrome di Stendhal. Ti è mai davvero capitata? Quando?
No, mai… ma ho avuto alcune apparizioni.

21. Lasciaci un frame di te, fra vent’anni.
La vedo bene: una spiaggia assolata e lontana, forse una barchetta e ancora il dono di una buona vista, di un buon udito e del tatto… per “fiuto” e gusto, vedremo.

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