Ph. Delfino Sisto Legnani e Marco Cappelletti, Courtesy Massimo De Carlo, Milan/London/Hong Kong
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Aria di primavera a Milano: i nuovi spazi di De Carlo e Dimora Artica

di Giusi Affronti - Febbraio 28, 2019

La primavera sembra scalpitare e, a Milano, soffia un vento di novità nel parterre degli spazi (privati) dell’arte contemporanea. Parliamo della imminente/recente apertura di due realtà che da anni animano il battage culturale della capitale meneghina (e non solo): la storica galleria Massimo De Carlo inaugura il terzo spazio milanese in Viale Lombardia 17 mentre il project space indipendente Dimora Artica cambia pelle trasferendosi in Via Dolomiti 11.

Ph. Delfino Sisto Legnani e Marco Cappelletti, Courtesy Massimo De Carlo, Milan/London/Hong Kong

La galleria MDC Massimo De Carlo abbandonerà presto il distretto galleristico di Via Ventura per fare di Casa Corbellini-Wassermann il suo head quarter, centro nevralgico della cultura visiva contemporanea, italiana e internazionale, insieme allo spazio di Palazzo Belgioioso, a Milano, e alle due sedi di Londra e Honk Kong. Progettata dal celebre architetto italiano Piero Portaluppi, è un esempio dell’architettura razionalista degli Anni Trenta, recentemente oggetto di un restauro filologico e conservativo a cura dello Studio Binocle e con la supervisione della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Milano. Dopo aver presentato, lo scorso weekend, l’architettura e le decorazioni marmoree “flesh & blood” di Casa Corbellini-Wasserman, la prima mostra MCMXXXIV, a cura di Massimo De Carlo e Francesco Bonami, aprirà i battenti venerdì 8 marzo. Non resta che aspettare curiosi.

Ph. Michele Fanucci, Screen Tearing, Exhibition view, Courtesy Dimora Artica

Dimora Artica è uno spazio indipendente, nato nel 2013 in Via Matteo Boiardo dall’idea di Andrea Lacarpia, direttore artistico, insieme a Diego Cinquegrana e Luigi Massari. Oggi al suo fianco è Francesco Pacelli. Una storia fitta di oltre cinquanta mostre – connesse tutte da un legame con l’antropologia, la cultura popolare e l’immaginario mitico – ha scandito la storia del white box, ex monolocale, che oggi si trasferisce pur restando in zona Turro. Uno spazio dalle dimensioni maggiorate e una vetrina su strada costituiscono un incipit propizio per una più massiva realizzazione di progetti artistici e curatoriali. Il battesimo è avvenuto questo febbraio con una mostra collettiva, Screen Tearing, che presenta le opere di sette artisti nati tra il 1988 e il 1992: Agostino Bergamaschi, Davide Dicorato, Matteo Gatti, Francesco Pacelli, Marco Schiavone, Alan Stefanato, Natália Trejbalová. Un progetto da talent-scout, magari da sviluppare in futuro in mostre monografiche.

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