Lygia Pape, 2019, installation view @ Fondazione Carriero, Milano. Ph. Christian Kain. Courtesy Fondazione Carriero, Milano
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Alla riscoperta del Brasile tra arte e design

di Alessia Delisi - Marzo 28, 2019

La Fondazione Carriero di Milano dedica all’artista Lygia Pape, esponente del Neoconcretismo brasiliano, una mostra che esplora un’idea sensuale di geometria e colore. Un percorso che cancella il confine tra opera e spazio, da compiere con la mente e il corpo, in attesa di scoprire alcuni progetti a tema Brasile presentati in occasione della Design Week.

«Siamo a metà degli anni Cinquanta e in Brasile c’è una grande fame di rinnovamento proveniente, per quanto riguarda le arti visive, dall’Europa, ma anche nel campo della letteratura, in quello cinematografico – che poi darà vita al Cinema Nôvo – e nel campo dell’architettura. E tutta questa fame del nuovo si contrappone all’avvento della dittatura, a delle promesse di miracoli economici che poi non sono avvenuti». Lo racconta Francesco Stocchi, curatore della mostra che dal 28 marzo al 21 luglio la Fondazione Carriero di Milano dedica a Lygia Pape (Rio de Janeiro, 1927–2004), artista brasiliana che nell’arco dei 45 anni della sua carriera si è confrontata con una molteplicità di linguaggi, dal disegno alla scultura, dal video al balletto, dall’installazione alla fotografia.
Senza seguire un percorso consequenziale ed evitando esplicitamente la collaborazione di Pape con il Cinema Nôvo e con i suoi Oggetti di Seduzione, l’esposizione mostra un’idea compositiva che, seguendo la lezione di Mondrian, di Moholy–Nagy e del Suprematismo russo, dimentica l’immagine in favore di una costruzione geometrica che si apre alla sensualità e al colore. Accade in Livro Noite e Dia e Livro da Criação, tra i principali lavori dell’artista, dove il libro è un oggetto capace di narrare la creazione del mondo in forma non verbale, senza parole, usando solo forme – in un’alternanza di pieni e di vuoti – e colori. Ma accade soprattutto in Tteia1, suggestiva installazione che doma la luce, facendola interagire con i movimenti dello spettatore.
In dialogo con la sala affrescata del terzo piano, nel tentativo di cancellare il confine tra opera e spazio circostante, Tteia1 racchiude così tutta l’indagine di Pape sui materiali e la tridimensionalità e fa propria la lezione del modernismo europeo, fondendola con le istanze della cultura del suo paese.

Lygia Pape, 2019, installation view della mostra alla Fondazione Carriero, Milano. Ph. Christian Kain. Courtesy Fondazione Carriero, Milano

Si propone di condensare esperienze mentali e sensoriali anche la mostra Brazil: Essentially Diverse allestita nei due piani del Museo della Permanente di Milano durante la Design Week. Espressione di un mondo fantastico in cui il colore e la geometria si fondono con rappresentazioni enigmatiche, l’esposizione intende offrire un’immagine brasiliana totale capace di assorbire l’eredità europea e americana e trasformarla in qualcosa di unico, un viaggio attraverso quattro aree distinte denominate Essentially plural, Innovative, Sustainable e Creative.

Galleria Espasso

Il fascino che la cultura brasiliana esercita su quella occidentale è evidente anche nella continua riedizione di arredi dei grandi maestri brasiliani, da Jorge Zalszupin a Lina Bo Bardi e da Giuseppe Scapinelli a Oscar Niemeyer. Lo fa quest’anno la galleria Espasso che sbarca per la prima volta alla Design Week milanese con una conversazione tra design contemporaneo e pezzi che hanno fatto del Brasile un punto di riferimento del movimento modernista. E lo fa il brand ETEL, custode e ambasciatore da oltre 30 anni della cultura progettuale brasiliana in Zanine (R)Evolution: A Story by ETEL, allestita anch’essa durante la Design Week, esplora infatti le evoluzioni e rivoluzioni di José Zanine Caldas nel centenario della sua nascita. Interprete raffinato del rapporto tra uomo e natura, tecnologia e coscienza ecologica, Zanine Caldas rappresenta una figura carismatica di artista letterato, entrato nel mondo dell’architettura da autodidatta per promuovere quel desiderio di rinnovamento che tanta parte ha nel Brasile degli anni Quaranta e Cinquanta.

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