Nel suo primo progetto istituzionale, Laura Giardino espone sedici tele inedite in cui il linguaggio della pittura si mescola a quello della fotografia e del cinema.
Colori acidi e antinaturalistici, prospettive incongrue, figure umane mai del tutto svelate o ritratte solo in lontananza, luoghi urbani o domestici, desolati, suggeriscono che a essere centrale nel lavoro dell’artista è ciò che è out of field – fuori campo – al di là della nostra capacità percettiva.